Dieta: come mettersi (o provare a farlo).

Da molti anni, ogni giorno, mi scontro con la difficoltà, di clienti, amici e conoscenti, di seguire un’ alimentazione che rispetti la natura animale ed umana dell’uomo. Nella difficolta di mettersi a dieta ci sono passato, e non credo di esserne ancora totalmente libero, però la conosco.

La qualità e la quantità di cibo necessari all’uomo per vivere sono diverse da ciò a cui la maggioranza delle persone si è abituata o è stata abituata, e anche diverse da quello che consigliano i sedicenti esperti istituzionalizzati di dieta. E’ un discorso questo, che chi conosce come la penso, ha già sentito, ma qui il punto, non è solo questo.dieta

Dobbiamo anche premettere che il cibo in quest’epoca (ma forse lo è sempre stato), è la “droga” legalizzata più diffusa, è la valvola di sfoga per quasi tutti, in maniera più o meno preponderante, ad una vita che nonostante tutto quello che ‘abbiamo’ non ci soddisfa. Oltre a non accorgerci ed essere grati per ciò che abbiamo, non vediamo nemmeno il funzionamento di questo meccanismo. Il primo passo a questo punto sarà proprio quello più difficile, e cioè smetterla di mentire a noi stessi ed ammettere che la vita che facciamo, seppure piena di successi, non è la vita che ci appartiene, ma è solo una vita che ci è stata imposta da influenze esterne. Questo non implica il fatto che domani dobbiate svegliarvi e rivoluzionare la vostra vita, anche perché non sapreste nemmeno quello che volete veramente, potete solo lasciare che questa Idea lavori dentro di voi, e vi faccia, giorno dopo giorno accorgere che è come vi dico, e se le cose devono cambiare allora accadrà.

Per mettersi a dieta anche il secondo passo è difficile, forse ancora di più del primo; difficile ma non impossibile. Se consideriamo e ragioniamo sul discorso precedente dobbiamo ammettere qualcosa di molto duro per il nostro ego: la mancanza di volontà, non siamo in grado di dirigere la nostra vita e se ciò sembra accadere è solo perché le circostanze sono favorevoli al nostro Essere, come si dice a Roma “ce dice bene”. Decidiamo di ‘metterci a dieta’, iniziare magari un programma di allenamento e dopo qualche settimana, spesso anche pochi giorni, un piccolo cambiamento (ciò che la vita stessa è), rivoluziona i nostri piani, cambia la decisione che avevamo preso poco fa. Il tutto senza un minimo di coscienza se non quella per giustificare l’atteggiamento cambiato rispetto a poco tempo prima. Spesso basta un semplice invito ad una cena dove abbiamo vergogna di mostrare la nostra decisione e ci adattiamo alla mediocrità degli altri.
Come fare allora? In realtà c’è poco da ‘fare’, la prima cosa è tenere a mente le mie parole in ogni circostanza, comprenderle e vedere le cose che indico in ogni momento in cui vi trovate a combattere con questo problema.
La seconda cosa invece è trovare una vera motivazione da non confondere con le giustificazioni che ci diamo e raccontiamo agli altri: “voglio mettermi a dieta per stare bene”, “voglio piacere a me stesso” e via dicendo, la lista è interminabile. Se analizziamo bene i fatti del passato, ogni volta che siamo riusciti a portare a termine qualcosa è perché dietro c’era un forte desiderio che ci spingeva, per molti purtroppo è quasi sempre la paura. “Studia e prenditi una laurea, altrimenti non troverai un buon lavoro”, diceva mammà.
Concludo sperando di farvi un buon servizio, dandovi quella che secondo me può essere una buona motivazione per tutti: “voler diventare padroni di se stessi”, prima però bisogna ammettere veramente a “tutto” se stessi che non lo siamo.
[ad]

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *